Questo è il progetto di Livio Neri, Andrea Serri e di un gruppo di amici-istruttori che credono in un minibasket e in una pallacanestro diversa, fatta di amicizia, rispetto ed agonismo, che ti insegna i giusti comportamenti nella vita prima che in palestra. Astenersi perditempo.



domenica 24 aprile 2011

Postcard from Lubiana

Al ritorno dalla tre giorni di Lubiana si impone una riflessione per i leoni ravennati. Tre partite giocate, 3 sconfitte che non devono far disperare ma servire da lezione per migliorare come squadra e come singoli giocatori. Abbiamo affrontato squadre fortissime tecnicamente e fisicamente, organizzate come fossere delle compagini di categoria superiore. Emblematica la 1-3-1 con raddoppi a tutto con campo con cui Kranij ci ha dato un parziale di 32-5 nel terzo quarto della seconda partita, chiudendo de facto il match. In Italia abbiamo altre regole e altra filosofia, io in particolare ne ho una tutta mia e non la cambierei con quella slava nemmeno sotto tortura. Highlight sul campo la stoppata di Coffee sull’immenso n. 11 di Kranij, Zegovic, giocatore sul 1.85 cm, piedi veloci, tecnica sublime, premiato lo scorso anno come miglior giocatore di Slovenia della categoria 1997 pur essendo nato nel 1998. Insomma un predestinato che la sera prima contro Imola ne aveva messi 32 senza far fatica. Bene, noi l’abbiamo tenuto a 12 difendendo faccia a faccia e senza timore con la chicca della stoppata finale. Il nostro Coffee potrà raccontare ai nipoti di averlo stoppato. Questo episodio ci dimostra che con la fiducia (parola magica della 3 giorni) si possono fare cose strordinarie e questa è la lezione più importante che abbiamo imparato.
Per quanto riguarda il comportamento, a parte qualche singolo episodio che ci sta sempre, nulla da segnalare: esemplari, al contrario di altri, come sempre. E in questo il Basket Ravenna ha vinto ancora una volta.

Alessandro Mazzotti e Federico Battaglia: voto 10. Per quello che è stato, per quello che è e per quello che sarà. In campo non sempre lucidi, hanno pagato una fisicità avversaria per loro sconosciuta, ma un premio “alla memoria (e loro sanno perché!)” come mvp per le loro straordinarie doti morali. Capitano e vice nella testa, due ragazzini che è sempre un piacere portare in giro, educati e sempre disponibili. Complimenti, anche se non avevo dubbi.

Sebastiano Martelli ed Alessandro Costa: voto 7. I due piccoli del 99 che hanno pagato forse più di tutti la differenza di esperienza (e di regole) durante i match. Ma quando chiamati in campo hanno sempre lottato, giocando a testa alta. Minuti di esprerienza per loro importanti, con i più grandi, per affrontare il finale di stagione. Un premio, la convocazione, alla loro stagione.

Carlo Garavini, voto 7,5. Il più inesperto, il più taciturno ma anche un bravissimo atleta allenabilissimo. Complimenti al tandem Marani-Marcheselli per questa scoperta, Carlo ora potrà lavorare in pace per migliorare. Ha visto come funziona, si è integrato nel gruppo, fisicamente interessante ha tutto il tempo per colmare il gap con gli altri. A patto che lavori sodo.

Andrea Ercolessi, voto 8. Uno che la parola fiducia (e magari coraggio) dovrebbe tatuarsela sul braccio e guardarla tutte le volte che vede l’orologio. Talento indiscutibile, fisico slavo, gli manca sempre quel pizzico di fiducia e cattiveria per fare la differenza. Uno che quando imparerà a lasciare la paura a casa diventerà un fattore.

Marco Gardini, voto 10. Infortunato, ma lo stesso nel gruppo. Portaborse, porta acqua, un tifo incredibile in panchina, un esempio per tutti di attaccamento alla squadra e di voglia di esserci. Un esempio per quelli che sono voluti rimanere a casa con motivazioni più o meno plausibili. Non si lascia mai la squadra in braghe di tela, altrimenti non si è degni di farne parte.

Francesco Polyeshchuk, voto 9. L’mvp sul campo, una forza della natura, una faccia tosta degna di miglior causa. Non ha paura di nulla, salta, prende rimbalzi, vola in contropiede, segna e difende. Un giocatore completo che i più timorosi dovrebbero prendere ad esempio. Se trova il modo di spegnersi (soprattutto fuori dal campo) al momento giusto sarebbe perfetto.

Ciro Langella, voto 8,5. Quello a cui questa esperienza è servita di più. Forse è la volta buona che ha capito che il palleggio serve per spostarsi sul campo (in poco tempo) e non per portare in giro il pallone. Un playmaker vecchio stile che deve imparare a leggere le situazioni offensive. Dategli temo, Basketbool sta già capendo come si fa.

Federico Drei, voto 7,5. Penalizzato nel minutaggio dalle forze delle natura avversarie. Ha sempre comunque trovato il modo in ogni gara di lasciare il segno. Si è tolto lo sfizio di segnare contro colossi il doppio di lui, paura zero e aggressivo in difesa. Uno spot vivente del mai arrendersi e quando madre natura si ricorderà di lui potrà togliersi qualche sfizio in più.

Giacomo Casali, voto 8. L’unico lungo della gita assieme ad Ercolessi. Ha fatto il suo e più del suo giocando sotto canestro contro avversari forti. Migliorato nel tiro, piazza dei long 2 molto interessanti ora. Un sorriso disarmante contro il quale non riesci a spuntarla. Un ragazzino che è sempre un piacere incontrare di nuovo, atleticamente in crescita, e molto bravo nelle letture.

Antonio Cieri, voto 9. Il vice autista, un bravissimo ragazzo e il solito rompiscatole in difesa. Ha negato linee di passagio, raddoppiato, recuperato palloni e segnato in attacco. Quando c’è bisogno lui c’è sempre. Affidabile, puntuale, attento, intelligente e preciso, doti che deve aver imparato in casa considerando la disponibilità del padre Alessandro a cui va il mio grazie sia per Porec che per Lubiana.

Lorenzo Bomben, voto 8,5. Vedi la voce Ercolessi. Mezzi atletici incredibili, talento, letture ma anche black out e mancanza di aggressività. Uno che se si convice che può spaccare tutto e tutti può togliersi delle soddisfazioni infinite. L’ho trovato comunque più sorridente ed integretato nel gruppo, segno che l’età della maturità sta arrivando.

Organizzazione locale, voto sv. Non si spezza un sogno a 13 ragazzini. Non si dice che non ci sono biglietti per la finale di Lega Adriatica dopo averlo promesso e sbandierato ovunque a due ore dall’evento. Ho di fronte agli occhi le faccie dei ragazzi quando gliel’ho comunicato. La delusione era tanta. Ma anche da questo abbiamo imparato qualcosa.

Vi voglio bene (se non si era capito)!

Nessun commento:

Posta un commento