Questo è il progetto di Livio Neri, Andrea Serri e di un gruppo di amici-istruttori che credono in un minibasket e in una pallacanestro diversa, fatta di amicizia, rispetto ed agonismo, che ti insegna i giusti comportamenti nella vita prima che in palestra. Astenersi perditempo.



domenica 5 giugno 2011

Torneo Mazzetto: ottime sensazioni per coach Serri

Come avevo scritto alla vigilia non sono tante le squadre in Italia che possono vantarsi di aver partecipato sia al Torneo di Matera che al Mazzetto a Padova.
Con l’obiettivo quindi di onorare tale opportunità, i 99 sono partiti alla volta di Padova, anche se non si sapeva bene quale ruolo avrebbero recitato nella kermesse. Portiamo a casa un onorevolissimo undicesimo posto e i complimenti dell’organizzazione che ci ha riservato l’onore di premiarci per primi. Infatti, come a Matera, solo le prime quattro vengono omaggiate seguendo l’ordine di classifica, mentre tutte le altre hanno lo stesso trofeo. Ma l’applauso vero, caloroso e sincero del Palazzetto San Lazzaro di Padova ci deve riempire d’orgoglio. Alla fine abbiamo disputato 6 partite in 4 giorni, vincendone 3 e perdendone altrettante. Ce la siamo giocata con tutti, a parte il Petrarca, squadra molto evoluta che si allena 4 volte a settimana e disputa 2 campionati non in orario di allenamento: in praticano loro masticano basket 6 volte a settimana e noi 3-4, per cui un meno 36 è una mezza vittoria. Finalmente Mazzini ha fatto sentire la presenza (e che presenza) sottocanestro mentre sono cresciuti tanto, durante lo svolgimento del torneo, proprio i più timidi e quelli che stavano a margine del gioco, specialmente offensivo: vedere, Bruni, Tasselli, Rondoni attaccare gli spazi e il canestro, togliendosi lo sfizio di sporcare il tabellino, è stato veramente gustoso.
Ma il Mazzetto non è un torneo come gli altri. È una storia di amicizia, di fratellanza e solidarietà. Un posto dove non ci si dimentica degli amici che ci lasciano (a proposito, coraggio Emma, gli amici veri non ti lasceranno solo!) e dove si cerca di costruire nuovi e solidi rapporti. È con questo spirito che gli amici di Solesino ci hanno accolto, persone vere e sincere, fiere del loro modo di porsi e di ragionare. Che poi era anche il nostro. Ci hanno fatto sentire come a casa nostra, hanno organizzato una serata (quella di sabato) che rimarrà nella nostra mente per sempre, accompagnandoci in tutto e per tutto. Grazie davvero.
E poi c’è il gruppo che cresce. Dove ognuno ha portato un mattoncino alla causa, e nessuno si è tirato indietro. Un gruppo di bravi ragazzini che pur con sensibilità diverse hanno voglia di continuare a crescere. E di migliorare. Si sono comportati bene fuori dal campo (mai un ritardo e mai una lamentela) ma soprattutto in campo: siamo l’unica squadra che a fine match omaggiava gli arbitri (i quali inizialmente ti guardano timorosi non abituati a trovarsi 13 ragazzi che gli vanno a stringere la mano), che si alza in piedi per salutari i ragazzi di Solesino (rompendo un po’ il protocollo ingessato delle premiazioni) e ringraziarli dell’ospitalità, facendo scuola e “costringendo” gli altri a fare altrettanto, e che ricevuta la coppa fa il giro del palazzetto per ringraziare e stringere la mano a tutte le personalità, anche quelle che dovevano entrare in scena dopo.
Vi avevo promesso, cari genitori, che sarebbero tornati uomini: con questi gesti abbiamo dimostrato di essere un po’ meno bambini. Sono orgoglioso di avervi allenato finora.
Ci si vede mercoledì in palestra.

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