Ora che è ufficiale posso scrivere due righe anche io.
Dal primo luglio Fabrizio è dei nostri, ma sapete
benissimo che è molto più tempo che è con noi. Lo è da quando abbiamo iniziato
questa avventura, ma soprattutto da quando il nostro timoniere ci ha lasciato.
Se ricordate bene venne ad allenarci, come solo un amico può fare, per starci
vicino in un momento delicato e senza
chiedere nulla in cambio. Poi ci ha sempre seguito con discrezione, una telefonata, un sms, sempre
pronto, su richiesta, a dare un consiglio.
E’ stato naturale per me chiedergli una mano, perché
volevo alzare l’asticella ma non ne avevo le capacità. Nella vita bisogna
sempre rendersi conto dei propri limiti e così ho fatto: ho chiesto un
consiglio ad un vecchio amico con cui avevo lavorato al Camp per 5 anni.
Ecco perché Fabrizio è con noi: per lavorare, per alzare
quella famosa asticella, per farci migliorare e crescere tutti. Non è un santo
e non fa miracoli, ma l’impostazione che ha già dato è quella di una persona
molto competente, che sa il fatto suo e che non ha paura di superare degli
ostacoli.
Ma il suo nome, per quanto importante, non ci basta, non
deve bastare. Ora dobbiamo fare tutti il salto di qualità, dagli istruttori
agli allenatori, dalle famiglie agli atleti.
Ringrazio la Società per aver fatto una scelta importante
soprattutto economicamente, per aver poi fissato alcuni paletti decisivi
come il Villaggio, che diverrà nostra nuova casa. In un momento storico in cui
molte realtà, anche blasonate, smobilitano oppure chiudono io mi bacio i gomiti
al pensiero di far parte di una realtà che investe sui ragazzi cifre importanti
e cresce.
Questo è un punto di partenza, non di arrivo: le parole
lavoro, miglioramento e crescita devono tornare di moda, ma sul serio, con
tutto quello che ne consegue: pazienza (non si sboccia nello spazio di un paio
di giorni), costanza e rispetto dei ruoli e delle scelte. Dovrà tornare di moda
anche la parola scuola, che abbiamo un po’ abbandonato in questi ultimi mesi.
Nessun risultato sportivo dovrà inficiare il rendimento scolastico.
Spiace per alcune scelte dolorose che abbiamo dovuto
compiere, ma la mission della Compagnia (trattandosi di formare dei ragazzi e
futuri uomini) viene prima dei singoli.
I più attenti hanno potuto ammirare Fabrizio in campo già
la scorsa settimana (anche se il contratto non era operativo ha voluto comunque
vedere e conoscere i ragazzi, e questo vi fa pensare a lui come ad un
professionista nel senso vero della parola: non attaccato al contratto ed al
quantum, ma professione intesa come lavoro e perfezione): la nuova stagione è
de facto già iniziata! La prima di luglio torneremo in palestra di nuovo e
finalmente, libero da impegni scolastici, dovrei esserci pure io.
Ultima cosa: la foto è evocativa di un momento, il camp,
che ha significato molto per me. Siamo in tre, io nettamente il più scarso: ma
tutti indossiamo oggi la maglia della Compagnia. E questo mi riempie di
orgoglio e mi gonfia anche un po’ gli occhi! Serva Jugum, ragazzi e tranquilli:
siamo solo al nastro di partenza! (A.S.)
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