Ciao Livione,
sono due anni ormai che ci hai salutato e davvero ancora
non me ne rendo conto. Penso sempre che prima o poi aprirai le porte del
Villaggio e mi dirai: "allora? come stiamo andando?"
Ed invece…
A volte penso a come sarebbe stata la nostra creatura con
te al comando, a volte penso a cosa sarei diventato con te al mio fianco, a
volte semplicemente penso a quante risate ci saremmo potuti fare ancora.
Devo dire che ogni primo giorno di scuola mi manca il tuo
sms ben augurante: ho ancora in memoria l’ultimo che rispecchia perfettamente
il tuo essere grande amico e sempre vicino alle persone. Recita così: “In bocca
al lupo venerabile maestro, ricordati di fare il bravo, di stare attento e di
non farti fregare la merenda!”. Quello che un padre avrebbe detto ad un figlio,
con ironia, ma con tanta sostanza. Quello che avresti sicuramente detto alla
piccola Anna.
Ed invece…
Tutte le volte che ho dovuto prendere una decisione
oppure scegliere un collaboratore mi sono sempre chiesto: “Livio cosa farebbe?”.
Mi hai accompagnato ogni giorno in questi due anni, non c’è stato momento in
cui non abbia pensato a te, a tuoi insegnamenti ed ai tuoi valori. Forse ho
sbagliato, forse no, ma in ogni mio respiro o decisione c’era qualcosa di te,
compresa l’ultima, quella di fare un passo indietro. L’ho vissuta in maniera
sofferta, ci ho pensato un sacco, ma poi mi sono semplicemente detto che tu un
passo indietro me lo avresti imposto, dicendomi di pensare alla famiglia ed
alle mie cose, al mio lavoro ed al mio futuro.
Mi piace pensare che tu ci sia ancora, che prima o poi
tornerai a darci una mano.
Ed invece…
Mi ritrovo a rappresentare la Compagnia in maniera
diversa, ma sempre come ce l’eravamo sostanzialmente immaginata: un posto dove
i ragazzi di Ravenna potessero giocare e dove poter veicolare valori ed
educazione. Quando vado agli staff regionali, oppure a fare una docenza mi
dicono sempre: sei della Compagnia, la società di Livio. Non me ne vogliano
Minardi e Poggiali, ma in regione siamo la società di Livio. E questo mi piace
forte e duro (piccola citazione che so gradirai!).
Sono contento di averti conosciuto ed aver passato con te
3 anni e mezzo molto belli, interessanti ed intensi. Hai valorizzato la mia
professionalità (mai avrei pensato di diventare Responsabile Provinciale,
Docente a braccetto con gli staff nazionali che ho sempre visto come
inarrivabili) mi hai spronato ad andare avanti, ad interessarmi di minibasket,
a finire gli studi per poi insegnare. Se sono oggi ai vertici, grazie solamente
a tantissimo lavoro e tempo dedicato, lo devo a te. Sempre con l’Albero sul
cuore e la tua foto nel portafoglio.
Detto questo…
Andiamo avanti, per te, per noi, per i nostri ragazzi e
per loro famiglie. Io in ruolo diverso, ma che mi piace un sacco (mi tocca
darti ancora ragione) con nuovi membri nella tribù, e con tante idee. L’ultimo
capolavoro l’hai fatto questa estate: mi hai pure rimesso un pallone in mano
per il 3c3 in tuo onore ed ora ho ripreso a giocare. Perché la fiammella della
passione non si spegne mai.
Ma anche quella del ricordo è sempre forte: mi manchi
tantissimo e spero che ovunque tu sia continuerai a darci una occhiata. Due
anni sono volati, ma sembra ieri.
Oggi più che mai mi sento di urlare: Serva Jugum!
Andrea
Chapeau.
RispondiElimina