Questo è il progetto di Livio Neri, Andrea Serri e di un gruppo di amici-istruttori che credono in un minibasket e in una pallacanestro diversa, fatta di amicizia, rispetto ed agonismo, che ti insegna i giusti comportamenti nella vita prima che in palestra. Astenersi perditempo.



martedì 29 novembre 2011

Compagnia Vincente!

Non è mai facile esordire, farlo in un derby è ancora più complesso. Ma quando mi sono reso conto che non ci sarei stato non ci ho pensato nemmeno un secondo a chiedere il rinvio. Perché uno dei pilastri di questo progetto è che deve andare avanti a prescindere dalle persone. Andrea Serri non è indispensabile e ieri Marani, Cinti l’hanno dimostrato. E voi l’avete dimostrato. Mi sono state riferite meraviglie, errori ed ingenuità: ma soprattutto mi hanno detto che vi siete comportati come dei vincenti, educati, sportivamente impeccabili, ma pronti a stringere la mano agli avversari (ma come si fa a considerare avversari Montigiani “puzza ciliaca!” o Mazzesi?) e all’arbitro. Spero che a scuola non siano volate delle prese in giro perché la cosa non sarebbe perdonabile: si è uomini quando si riconoscono i meriti degli altri e non si incappa in facili scorciatoie.
Ora posso andare in pensione, Cinti e Marani hanno già mandato avanti il loro procuratore per chiedere l’aggiornamento del loro contratto. La mia risposta? Che vadano a fare il corso allenatore e poi ne parliamo. Perché? Con la tessera minibasket possono certamente stare in panchina ma questa deroga vale solo per l’under 13. Per cui, anche in previsione del prossimo anno, che studino! Detto questo continuiamo a darci dentro perché domenica dobbiamo assolutamente fare un'altra grande prestazione a Imola. Allenatevi forte, se tutto va bene ci vediamo venerdì sera!
Vi lascio con il commento di Cintissimo o’Presidente, che ha notato queste cose (tifa per la Fortitudo, perdonatelo!):

“In una Morigia stipata in ogni ordine di posto ha avuto luogo il primo vero esame della stagione per i nostri Under 13: inutile negarlo, non è stata una partita come le altre, i derby sono i derby. Oltretutto nelle file avversarie – sul terreno di gioco, in panchina, a bordo campo ed in tribuna - abbiamo ritrovato tanti ex compagni di belle avventure negli anni passati, ma comunque sempre amici, questo non ce lo siamo dimenticato.
L’inizio della gara è stato pertanto condizionato dalla grande emozione che, comunque, passati i primi minuti, si è trasformata in energia positiva. Abbiamo dimostrato di essere in grado, quando vogliamo, di applicare in partita quello che in allenamento proviamo in continuazione: bella la pressione difensiva sulla rimessa, belli i raddoppi, bello l’aver provato qualche blocco sul compagno, anche se poi qualche volta il taglio è avvenuto passeggiando.
Abbiamo giocato tutti, ci siamo divertiti divertendo: i nostri numerosissimi tifosi al seguito – bello vedere tanti 2000 e 2001 tifare con le sciarpe annodate creando una coreografia degna della Fossa dei Leoni (citazione fortitudina del Presidentissimo). Il tutto in un clima di grande lealtà e sportività: ci siamo fatti conoscere ma non riconoscere.
Il nostro progetto sta continuando a crescere, nel nome dell’amico al quale abbiamo dedicato l’urlo vittorioso di fine partita: per Livio!”

Il Marahaja invece l’ha vista così:
“La partenza non è stata un gran che, complice l’emozione. Abbiamo, infatti, subito canestro dopo 5 secondi, ma dopo ci siamo ripresi alla grande disputando un bel quarto. Il secondo quarto è stato preso letteralmente a muso duro e senza lasciare agli avversari il tempo di ragionare troppo: così siamo andati al riposo sul 17 a 48 per noi. Da lodare Mazzini, che pur facendo 3 falli nel primo quarto, si è fatto notare oltre che per l’altezza anche per la sua vena realizzativa.
Dopo l'intervallo passato a cercare di rimettere a posto le cose nello spogliatoio, siamo entrati in capo mentalmente presenti, ma fisicamente assenti: un terzo quarto da dimenticare completamente un parziale di 15-13 per i leoni del Ravenna che hanno mostrato tutto il loro orgoglio. Per scelta tecnica io e il presidente abbiamo deciso di lasciare il biondissimo Pozzi , insieme a Cinti, capitan Santino, Seba, e il sindaco Mazzini per l'ultimo quarto; scelta motivata dalla necessità di mettere in sicurezza il referto rosa. Ma presto si sono rese necessarie delle rotazioni dove tutti hanno trovato posto, girando molto il quintetto: scambiando le pedine il risultato non è cambiato: lasciatemelo dire, ma dieci minuti così, ragazzi, ne ho visti veramente pochi, un parziale di 0-26 ci infonde grande fiducia per la partita di domenica contro Imola.”

Ed infine, forse, l’unica cosa che conta, il tabellino.
Basket Ravenna Piero Manetti – Compagnia dell’Albero 32 – 87
Cinti 24, Costa 6 (0 falli, chiederò all’arbitro se è stato minacciato!), Bruni, Mazzini 12, Santi 10, Pozzi 14, Foschini 2, Rondoni 2, Martelli 8, Bergonzoni 1, Piazza 2, Scarpellini 6.
All. Cintissimo e Marani

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