Questo è il progetto di Livio Neri, Andrea Serri e di un gruppo di amici-istruttori che credono in un minibasket e in una pallacanestro diversa, fatta di amicizia, rispetto ed agonismo, che ti insegna i giusti comportamenti nella vita prima che in palestra. Astenersi perditempo.



giovedì 13 ottobre 2011

Vasa inania multum strepunt. (I vasi vuoti fanno un gran rumore)




(In un periodo in cui è diventata una moda scrivere e parlare con vocaboli in inglese anche se l’italiano ha gli idiomi giusti, mi piace recuperare la lingua dei nostri padri. Vi tornerà utile alle Superiori!)

Mi sento in dovere, per il senso di responsabilità che mi accompagna sempre quando ho a che fare con dei ragazzi e delle ragazze, di fare un po’ il punto della situazione su questa nuova avventura.
Parliamoci chiaro: sono molto soddisfatto di come stanno andando le cose. Certo gli acciacchi di Livio hanno rallentato un po’ l’organizzazione ma il lavoro in palestra prosegue bene grazie a tutti noi che ci stiamo facendo in quattro per dare qualità alle nostre sedute. Un grazie a tutti, Andrea, Gabriele, Barbara, Francesca, Matteo, Stefano, Pietro per il lavoro che state facendo. Siete l’esempio migliore, in un periodo in cui la coperta è corta, per i nostri atleti, istruttori che danno il 120% come viene richiesto a loro. Sinceramente vi dico grazie, perché se la baracca va avanti e i gruppi crescono, è per merito vostro. Mi sento, in questo periodo, come la pallina di un flipper, sballottato fra scuola, progetti – scuola, palestra, università, ufficio e casa. La mia compagna sta tenendo botta e finchè è a posto lei siamo a posto tutti. Non è stato facile per me questo mese, dovevo entrare nel ritmo scuola/palestra, capire il mondo dell’insegnamento (dalle supplenze brevi agli incarichi annuali gli oneri cambiano parecchio) e farlo conciliare con il mio mondo da sempre, voi e la palestra. Qualcosa è rimasto indietro, ovviamente cercheremo di rimediare al più presto. Fortunatamente ho avuto alle spalle una Società vera, organizzata (anche troppo per certi versi, ma va bene così) e strutturata che ci ha dato una forte mano, seguendo la logistica e la messa in opera dei necessari lavori al Villaggio. Mi piacerebbe, almeno per una volta, dare i meriti a chi li ha: io lo chiamo Minardi senior, è il papà di Luca (il nostro Presidente), lavoratore instancabile a totale disposizione mia e vostra. Sinceramente non ero abituato a tanta efficienza: non me ne vogliano i miei vecchi collaboratori, ma questo è di un altro pianeta. Non sminuisco il passato ma mi complimento con il presente: sono passato da una Fiat ad una Ferrari. E fortuna che c’era la Ferrari altrimenti saremmo messi peggio. Livio tornerà molto prima di quello che pensate ed è stato fantastico l’affetto che gli avete fatto sentire. Siamo davvero una gran bella squadra e il “Serva Jugum” con cui ci salutiamo alla fine di ogni seduta poi lo mettiamo in pratica in queste cose. Sono molto orgoglioso di voi, siete delle famiglie splendide.
Il materiale è pronto, divise, tute e tutto quello che c’è scritto sui moduli: appena mi date l’iscrizione vi farò avere la borsa con tutto l’occorrente con l’alberino. Avete visto che agli allenatori è arrivato due giorni fa per cui state sereni: c’è per tutti, è bellissimo e di ottima qualità. Il gruppo per cui avrei più urgenza è quello del 1999, che deve essere iscritto al campionato e dobbiamo adempiere alla burocrazia FIP: per gli altri avete qualche giorno ancora per procurarvi la documentazione. Vi chiedo scusa se negli ultimi allenamenti non avevo da fare le ricevute ma ora mi sono organizzato e quindi sono operativo.
Avete notato come il papiro di documenti sia aumentato, rendendo la nostra iscrizione simile a quella della scuola. Certo, per voi genitori, è un aggravio ma per noi è importante perché vogliamo essere certi di rendervi un servizio migliore ed adeguato. Lo so che se Santino va a casa con Cinti non ci sono problemi, ma la delega per il ritiro dei figli dalla palestra, giusto per fare un esempio, è stata pensata per i gruppi dei più piccolini che si conoscono di meno. Tutto fa parte di quel senso di responsabilità che sento sempre forte nei vostri confronti.
Per il resto, come scritto nel post dopo la bellissima vittoria di Fognano, mi reputo un uomo fortunato: Steve Jobs ha detto che bisogna cercare “di scoprire ciò che amate”. Io amo lavorare con voi, come maestro, istruttore o educatore poco importa. Per fare questo ho fatto delle scelte, ho reso infelici tante persone per perseguire i miei piani. Ma una cosa non ho mai smesso di fare: dare l’esempio e non mi costa fatica perché appunto faccio ciò che amo. Non mi pesa alzarmi alle 6 del mattino, fare 5 ore a scuola, andare alla Garibaldi, farne un paio di basket, poi buttarmi al Villaggio e stare in palestra 3 ore e mezzo. Non mi costa fatica perché mi piace e mi piace talmente tanto da volerlo fare con persone che la pensano come me. Ecco perché la “baracca va avanti” (magari un po’ più lenta!).
Dico questo perché nella vita tutto quello che avete (e che non perderete mai) è la vostra credibilità. Non mi importa se non diventerete campioni (ma continuate pure a sognarlo, io darò il massimo per realizzare il vostro sogno!) ma mi interessa che diventiate cittadini e persone oneste e con la spina dorsale, che girano a testa alta per la strada. Non è facile, ragazzi, è durissima, la vita ti presenta sempre facili scorciatoie che, in apparenza, sembrano migliori. Non è facile mantenersi su questa via: persone che riterrete amiche vi volteranno le spalle, altri non vi saluteranno più, conoscenti a cui avete dato in maniera incondizionata non si ricorderanno più di voi. Questa avventura alla Compagnia mi è costata tanto in termini di amicizie: persone insospettabili mi hanno voltato le spalle, la mia rubrica del telefono è passata da oltre 200 a 150 contatti, persone che ti hanno detto bravo vai avanti e poi fanno finta di non vederti. Amici su Facebook? Da oltre 450 a 420. Persone che all’improvvisano cancellano i tuoi link, Amici con la A maiuscola che ora non ti chiedono nemmeno come stai. E la falsità delle persone è spettacolare: ti sorridono, non ti dicono nulla, sposano altre cause, ti denigrano senza sapere perché, manco non ti avessero mai conosciuto. La vita è così, come dice il mio migliore amico, ogni tanto bisogna fare ordine (e buttare le cose inutili). Ne è valsa la pena? Certo! E sapete perché? Meglio soli che male accompagnati. La mia vita, la mia storia, la mia famiglia lo dimostrano, le facili scorciatoie le lascio agli altri. I vasi vuoti vanno buttati, fanno male ma poi si sta molto meglio.
È solo la credibilità, l’onesta e l’amore per voi e le vostre cose che non vi tradiranno mai. Ecco, magari non diventerete campioni ma se vi avrò insegnato questo, statene certi, mi riterrò un istruttore con i fiocchi.

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